Esistenza e struttura eterna. Il Nietzsche di Severino tra eterno ritorno e volontà di potenza
In: La filosofia futura, 2018
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L’attestazione dell’eternità immota dell’essere e la messa in discussione della fluida dinamicità del divenire costituiscono notoriamente il fulcro dell’imponente proposta speculativa di Severino. L’obiettivo del presente contributo è quello di far emergere come, nel confronto serrato con il pensiero di Nietzsche, la lettura severiniana evidenzi una paradossale convergenza fra la radicale critica delle verità immutabili e l’affermazione dell’eterno ritorno come senso ultimativo e verità incontrovertibile dell’esistenza. La natura dinamica della volontà di potenza, l’essenza creativa dell’uomo e la dissoluzione delle categorie metafisiche attestata dalla morte di Dio acquistano senso solo in virtù di un eterno ritornare, che rende possibile la redenzione di un passato altrimenti assolutamente immodificabile. L’invincibile fede nell’impermanenza, ovvero la tendenza nichilistica del pensiero contemporaneo a negare ogni immutabile, trova dunque giustificazione solo nella struttura eterna dell’anello del ritorno, in cui essere divenire coincidono in un perpetuo accadere.
Existence and eternal structure. Severino’s Nietzsche between eternal recurrence and will to power
As it is known, the topic of the impressive philosophical proposal by Severino concerns the affirmation of the eternity of being and the questioning of becoming’s dynamism. This essay aims to investigate the paradoxical convergence, highlighted by Severino, between Nietzsche’s radical criticism of immutable truths and the affirmation of the eternal return as the ultimate sense and incontrovertible truth of existence. The dynamism of the will to power, the creative essence of man and the death of God, understood as the dissolution of the metaphysical categories, acquire their significance only in relation to the eternal recurrence. Only through the eternal recurrence indeed, it is possible to redeem an otherwise absolutely unchangeable past. Solely the eternal structure of the ring of the return justifies the contemporary faith in impermanence, that is, the nihilistic tendency to deny any immutable truth. In this ring, therefore, being and becoming coincide in a perpetual happening.