Nel 1911, in pieno clima espressionista, Wilhelm Worringer pubblica questo originale studio sul Gotico, che segue il fortunato volumetto Astrazione e empatia (1908), destinato a diventare uno dei manifesti teorici dell’arte d’avanguardia. Il suo obiettivo polemico è porre fine all’identificazione fra la teoria dell’arte e un’estetica basata, nelle sue categorie interpretative, sul fenomeno stilistico classico e sul suo ideale canonico del bello artistico come mimesi empatica del bello naturale. Worringer smaschera il falso universalismo dell’estetica classicista, che non solo impedisce di comprendere ampi settori della storia dell’arte che si sottraggono ai suoi valori e ai suoi criteri, ma legittima anche un approccio discriminatorio che suddivide arbitrariamente tale storia in epoche di splendore e di decadenza. Ecco allora la centralità sia metodologica che contenutistica di quel “grandioso, inconciliabile fenomeno di opposizione al Classico” che fu il Gotico e che la peculiare psicologia dello stile artistico di Worringer ci presenta in tutta la sua complessa e intrigante modernità.
Wilhelm Worringer nasce ad Aquisgrana nel 1881, studia Germanistica a Friburgo e a Monaco, poi Storia dell’arte a Berlino. Nel 1907 consegue il dottorato all’Università di Berna con la tesi Astrazione e empatia, pubblicata l’anno successivo e divenuta subito celebre. Sempre a Berna, nel 1909 compone il saggio qui presentato Il gotico. Problemi di forma, pubblicato due anni dopo. Nei decenni successivi insegna Storia dell’arte alle Università di Königsberg e Halle. Rientra quindi, nel 1950, nella Germania Ovest per stabilirsi definitivamente a Monaco, dove muore il 29 marzo 1965.
Gioacchino Toni - ilpickwick.it, 17 dicembre 2020
"Il gotico secondo Wilhelm Worringer"
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