Francesco Mora
Martin Heidegger pensare senza fondamenti
Il pensiero di Martin Heidegger vuole prendere le distanze dalla tradizione filosofica che intende come storia della metafisica. Il risultato che ne consegue consiste in una demolizione di ogni fondamento a partire, in particolar modo, dal principio di ragione, momento fondante non solo della gnoseologia moderna ma anche, secondo Heidegger, della sua ontologia.
Heidegger, che resta al centro del dibattito filosofico, sale alla ribalta dell’attenzione mediatica per gli aspetti della sua lunga e tormentata esistenza, che hanno diviso gli interpreti in difensori e pubblici ministeri soprattutto dopo la pubblicazione degli Schwarze Hefte. Questa ricerca non intende entrare nella querelle sull’antisemitismo heideggeriano, ma non cerca nemmeno di evitare il problema, indagando il rapporto che il filosofo ebbe con il mondo ebraico. L’ipotesi di lavoro che si è tenuta presente è stata quella di un’anarchia del pensiero heideggeriano, di una totale assenza di fondamento (Abgrund), rispetto ai principi della riflessione metafisica, anche in virtù della voce dei poeti.
Francesco Mora insegna Storia della filosofia contemporanea all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Profondo conoscitore e studioso della filosofia di Georg Simmel, sul quale ha pubblicato numerosi saggi e monografie, da quasi un trentennio lavora sul pensiero di Martin Heidegger, su cui ha prodotto due ampie monografie e vari saggi. Attualmente i suoi interessi si concentrano sulla filosofia francese post-strutturalista, con particolare riguardo alla filosofia di Jacques Derrida.