
Così parlò Pecorelli
Gli articoli che fecero tremare la Prima Repubblica
Roma, 20 marzo 1979. Mino Pecorelli viene raggiunto da quattro colpi di pistola appena esce dalla redazione del suo giornale, l’“Osservatore Politico”. A distanza di quarant’anni dal brutale assassinio, la verità completa non è ancora emersa, ma una certezza resta: “OP” non è stata solo un’agenzia di stampa e un giornale settimanale, bensì una voce dirompente d’informazione specializzata.
Fondata nel 1968, “OP” è espressione del talento e del senso storico del suo creatore. Profondo conoscitore della realtà politica, economica e militare del nostro Paese, Pecorelli ha occupato una posizione scomoda nel panorama giornalistico italiano a causa delle sue inchieste, che coinvolgevano le più alte sfere del potere.
Il libro raccoglie una selezione dei più significativi scritti pubblicati dalla testata, che evidenziano come Pecorelli sia stato un giornalista capace di ottenere, grazie anche ai suoi rapporti privilegiati all’interno “del palazzo”, informazioni riservate sui grandi temi di quella stagione: dallo scandalo Lockheed a quello di Italcasse, dal rapimento Moro alla P2, passando per i Servizi, fino ad arrivare ai segreti del Vaticano.
Aldo Giannuli è ricercatore di Storia contemporanea alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Milano. Già consulente di varie procure per la strage di Piazza Fontana a Milano, ha collaborato con la commissione parlamentare d’inchiesta sulle stragi. Tra le sue pubblicazioni: Il noto servizio. Le spie di Giulio Andreotti (2013), Da Gelli a Renzi (passando per Berlusconi) (2016) e, pubblicati da Mimesis, Storia di Ordine Nuovo (con Elia Rosati, 2017), Da Lenin a Stalin (2017), Le spie del duce (2018) e Cyber war (con Alessandro Curioni, 2019). È membro della Società di Psicoanalisi Critica.
archiviostorico.info
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