
Alcuni aspetti dell’identità statunitense e la forza del suo soft power hanno concorso a rendere celebre, verso la metà del Novecento, uno stile creativo (tra musica, spettacolo e letteratura) e un atteggiamento sociale e comportamentale espressi da termini sintetici e fortunati come hip e cool. È stato soprattutto il jazz moderno, con personaggi di primo piano quali Duke Ellington, Lester Young, Miles Davis, Dizzy Gillespie, Thelonious Monk, Dave Brubeck, Chet Baker, John Lewis e il suo Modern Jazz Quartet, a sviluppare musicalmente il concetto di cool, al quale hanno contribuito anche raffinati interpreti vocali quali Billie Holiday e Frank Sinatra, con una sensibilità venata di sottile understatement. Ma il jazz moderno ha a sua volta influenzato la letteratura della beat generation, in particolare l’opera di Jack Kerouac (ispirata da Charlie Parker), il cui ampio lascito risulta ancor oggi imprescindibile.
Francesco Meli, già Professore Associato di Studi Americani all’Università IULM di Milano e Visiting e Fulbright Scholar presso la Columbia University di New York, ha pubblicato saggi su classici autori quali Melville, Thoreau, Fitzgerald e Steinbeck. Ha introdotto in Italia alcuni dei maggiori scrittori del rinascimento nativo come Momaday, Welch e Ortiz. Si è occupato infine del grande contributo dato dagli italoamericani alla storia musicale degli Stati Uniti pubblicando una biografia culturale di Frank Sinatra.
Franco Bergoglio, mescalina.it, 21 maggio 2021
"Cool, Hip Beat: Dal jazz moderno a Jack Kerouac"
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Franco Bergoglio, magazzinojazz.wordpress.com, 24 maggio 2021
"Cool (ma non per hipster)"
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Luca Mirarchi, Blow up, maggio 2021
"I libri"
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La Provincia di Lecco, 23 gennaio 2021
"Sette giorni di musica da leggere"
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