
La fotografia in copertina riprende i resti del castello Sporo-Rovina e tratto dell’adiacente via Traversara nel territorio di Sporminore. La fascia orizzontale, che decora la copertina sotto la fotografia, è la personale elaborazione da parte dell’autore dell’alfabeto retico. Nella cartina geografica della prima pagina del volume, che rappresenta il territorio della Regione Trentino-Alto Adige/Su?dtirol, è delineata con linea rossa continua la via Traversara dal porto di Riva del Garda ai dintorni di Merano/Meran. Il tratteggio, sempre in rosso, evidenzia la rotta lacustre da Riva del Garda verso Peschiera. I tratti continui a colore azzurro individuano, invece, il percorso della via imperiale Claudia Augusta nella sua primitiva versione attraverso il passo del Giovo/Jaufenpass. La tratteggiata, sempre azzurra, indica la sua variante tardo imperiale lungo la valle dell’Isarco/Eisacktal. La punteggiatura azzurra delinea, infine, il percorso della via Claudia Augusta Altinate.
La tesi che qui si cerca di sviluppare riguarda il fatto che delle popolazioni, gli Etruschi, dedite alla produzione di oggetti di alta qualità artigianale e avvezze alla loro commercializzazione ad alto raggio, siano state quelle forze che hanno innescato dinamiche tali da permettere, tra i tanti effetti a scala geografica, la riorganizzazione di una significativa porzione di territorio alpino oggetto di studio da parte dell’autore, anche attraverso una via-pista, la Traversara, che da Riva del Garda raggiungeva i dintorni dell’odierna Merano/Meran. Ciò ha riverberato e rilanciato nel tempo culture materiali e anche spirituali provenienti da luoghi lontani. L’onda lunga di civilizzazione provocata attorno ai secoli XII-X a.C. e partita dall’Asia Minore per mano dei Fenici, passata attraverso Greci ed Etruschi, si infrange su tutto l’arco alpino e oltre, portando arricchimento materiale e non solo: si pensi alla lunga parabola compiuta dall’alfabeto etrusco, già greco, indiretta emanazione e rielaborazione della scrittura fenicio-aramaica. Oltre all’acquisizione di recenti contributi storico-archeologici, la ricerca applica metodologie note in ambiente di pianificazione del territorio, al fine di dimostrare la sostenibilità storica e preistorica di questa importante via carovaniera. Nella seconda parte, alla quale la prima è in qualche maniera propedeutica, l’autore trova lo spazio per una riflessione personale di architetto e di cittadino dell’oggi sulle gravi criticità culturali del momento, in relazione a quello stesso territorio della Traversara, alla storia umana che lo ha segnato e alla cultura che questa convivenza ha prodotto nei millenni, che rischiano di naufragare alla luce dei fatti attuali. Il vento dell’industria turistica impone all’autore di veleggiare di bolina, tentando di vincere un’inerzia che sicuramente è più forte di lui. Nessuno nega il diritto dello sviluppo, purché, oltre che sostenibile, esso sia anche compatibile con le risorse naturali e storiche che ci vengono dal passato. Inoltre, il problema sembra che vada ben oltre il semplice rispetto e la conservazione dei luoghi, e che esso riguardi anche la maniera con la quale noi oggi organizziamo i nostri nuovi luoghi, spessissimo superficiali, volgari, dissipatori di risorse e privi dei loro significati più basilari. Il problema è palpabile e andrebbe affrontato con la dovuta energia per cercare di cacciare lontano il fantasma della vuotezza di questo scorcio di secolo, che rischia di fare di questo territorio una merce di scambio con la quale mettere in svendita la nostra anima.
Fulvio Osti nasce a Spormaggiore (Tn) il 12 settembre 1950. Trascorre l’infanzia in Argentina (Rosario de Santa Fe) con la famiglia e torna in Italia nel 1963 per diplomarsi all’Istituto tecnico superiore di Trento. Si laurea in architettura allo IUAV di Venezia nel 1979. Dopo varie esperienze lavorative, dal 1991 in poi si impiega all’Ufficio tecnico dell’Università degli Studi di Trento, dove realizza opere di edilizia pubblica. Dal 2003 fino al 2012 collabora alla didattica e alla ricerca con il Dipartimento di Ingegneria Civile, Meccanica e Ambientale dell’Università degli Studi di Trento, dove è tutor per le tesi nel corso di laurea di Ingegneria Edile-Architettura. Attualmente a riposo, continua la propria ricerca in ambito progettuale e storicocritico. Vive e lavora a Mezzolombardo (Tn). Per maggiori conoscenze delle esperienze lavorative, culturali e di pensiero, è possibile consultare il suo sito. www.fulvio-osti.it
L'Adige, 10/01/2022
Lo Scaffale
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Via Trentina, 30/07/2021
La Traversara, la lunga via che collegava il Garda a Merano
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Gabriella Brugnara, Il Corriere del Trentino, 11 dicembre 2020
"Che storia sulla via millenaria"
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