
Articolo

Abstract
During the months of social distancing, each one of us has had the time and capacity to look back at their own past. Autobiographical narration is a spontaneous procedure directed towards the creation of a narrative identity of ourselves which determines us in the present and guides us towards the future. The present article intends to analyse the processes that take place in spontaneous autobiography, grounding them on the “functional specialities” used by Bernard Lonergan’s theological method, in order to clarify and bring such processes to consciousness. Thus, the meanings we assign to the occurrences that belong to our past can become object of critical revision and help us to redesign our future.
In questo numero
- La banalità virale. Quando interpretare il mondo risulta impossibile
- Capire la/a distanza
- Uno iato incolmabile tra l’insieme di momenti concettuali e l’esperienza del significato
- Colmare la distanza tra la Terra e la Luna: il caso di A Fire on the Moon di Norman Mailer
- A distanza d’offesa. Note su democrazia immunitaria e distanziamento sociale
- Presenza virtuale o distanza reale? Alcune riflessioni politiche in tempi di virtualità
- Per una critica dell’informale
- D i s t a n z a. Descrizione di uno sguardo, tra visione e scrittura
- Distanziamento sociale e autobiografia critica
- Verso una nuova Nantucket. Melville e la fuga dal Paese delle Fate
- Seconda stella a destra. La lontananza come “serbatoio di immagini inesplose”
- Distanza, lontananza e verità nell’emergenza. Diritto e nostalgia
- Isolare, Abitare, Conversare
- Inquadrare la distanza. Note a partire da Gus Van Sant e Michelangelo Antonioni attraverso Simone Weil
- Da Piero della Francesca a Emilio Tadini. Distanza e prospettiva tra Rinascimento e contemporaneo
- Les fonctions culturelles et religieuses du masque
- Fuoco. Pittura e distanza