
Francesco Colafemmina
Enigma Laocoonte
Michelangelo, Giulio II e la storia di una contraffazione
Il 14 gennaio del 1506 nella vigna di un funzionario pontificio, Felice de Fredis, fu ritrovato un complesso marmoreo che avrebbe condizionato profondamente l’estetica europea: il Laocoonte. Immediatamente identificato come uno dei capolavori della statuaria antica, menzionato da Plinio nella Naturalis historia, viene acquistato per il cortile del Belvedere da papa Giulio II. Sul luogo della scoperta quel giorno apparve Michelangelo Buonarroti. Il Laocoonte lascerà un segno indelebile sulla sua arte di imprimere energia e forza vitale al corpo umano. E se questo legame avesse un’altra spiegazione? Se Michelangelo, già noto per una famosa contraffazione, Cupido dormiente, “antichizzato” a dovere e sepolto in una vigna, poi venduto per antico, avesse replicato la truffa? Il libro analizza tutti i risvolti di questa intricata vicenda, ne ricostruisce il contesto storico-culturale, richiamando la dimensione simbolica del Laocoonte e il suo messaggio spirituale e politico.
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