Due scritti di Gabriel Tarde che si richiamano a vicenda, originale messa in opera della sua particolare filosofia, sociologia e psicologia. Nel primo scritto, Frammento di storia futura, una catastrofe ambientale costringe i pochi sopravvissuti a rifugiarsi nelle viscere della terra, dove costruiscono una nuova società, sviluppata secondo il modello tardiano. Una sorta di rovesciamento dell’ideale platonico dell’uscire dalla caverna, e un’immagine del futuro che, proprio perché già sempre possibile, non può attingere la perfezione. Nel secondo scritto, I giganti calvi, incontriamo e impariamo a conoscere la super-umanità del futuro, plasmata con pratiche eugenetiche a partire dall’invenzione “geniale” di un uomo solitario. In un mondo che si crede perfetto e che perfetto non può essere, la catastrofe è però sempre in agguato. Finzioni profonde e ironiche sui futuri possibili dell’umanità, questi scritti tardiani – tutti giocati tra creazione e catastrofe e in cui domina la contingenza – mostrano come la creatività sia un fatto di portata ontologica e lo sforzo di immaginare un futuro altro non sia soltanto un imperativo etico e politico, ma anche il modo migliore per realizzare la natura umana.
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