

Fino a pochi anni fa, il robot era una macchina flessibile in grado di svolgere varie funzioni in un sistema di produzione industriale isolato dalla presenza umana. Oggi il robot esce dal suo territorio, si avvicina all’uomo con cui collabora assumendo svariate forme anche umanoidi e incrementando la sua autonomia fino ad essere in grado di apprendere dall’esperienza e dagli stimoli ambientali. Il robot diviene sempre più umano, e, da una parte, rappresenta una risorsa che libera l’uomo stesso da attività disumanizzanti, dall’altra, lo esorta a capire quali siano le caratteristiche peculiari dell’uomo che possono essere valorizzate da questa liberazione in una collaborazione virtuosa tra robot e uomo e che devono essere valorizzate affinché l’uomo non sia semplicemente sostituito dalla macchina molto efficiente, perché, di fatto, si sta già comportando come una macchina poco efficiente.
- Presentazione
- PARTE I
- Robot collaborativi e di servizio
- L'uomo e la macchina. Appunti biogiuridici sull’intelligenza artificiale
- Rem tene, verba sequentur. Big data e questione etica
- Identità. Scienza, conoscenza, identità reale e identità virtuale
- PARTE II Discussione
- Sulla coerente incoerenza del nichilismo
- Apparire in altro. Sull’apparire della struttura originaria nei cerchi della terra isolata
- «Non aprite quella porta»: l’alternativa islamica come sfida interna all’Europa
- Essere e oltre-passare. Metafisica, contraddizione, affezione
- Regolamento e criteri di referaggio