
La raccolta di racconti Gli otto volti del lago Biwa, l’opera narrativa più nota dello scrittore bavarese Max Dauthendey, pubblicata per la prima volta a Monaco nel 1911, dà veste narrativa a otto vedute giapponesi in voga nel paese del Sol Levante dal tardo Seicento fino a oggi. Dauthendey riprende quasi alla lettera i titoli delle otto vedute del noto artista Utagawa Hiroshige (1797-1858), uno dei più popolari maestri della xilografia nella tarda era Edo, antico nome di Tokyo. Le immagini sono tutte relative al lago Biwa, cantato per la sua peculiare bellezza paesaggistica. Come queste, anche i racconti prendono le mosse da illustrazioni di luoghi concreti, ma trascendono la realtà per elevarsi a una dimensione fantasmagorica, affascinante e inquietante, che trasforma i toponimi in mero spunto per l’evocazione di persone sempre in bilico fra verità e suggestione onirica, protagonisti di decadenti storie d’amore e di morte. Per questo motivo si è preferito tradurre il sostantivo tedesco plurale Gesichter con volti, intesi sia nella loro corporeità anatomica, sia come “visioni” suggerite dalla fantasia. L’immagine che lo scrittore offre qui del Giappone, è quella di un paese insieme fiabesco e conturbante, che alletta e allo stesso tempo destabilizza gli Occidentali.
La Provincia di Sondrio, 20/10/2022
Racconti giapponesi nella cultura europea
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