Nei corsi universitari ininterrottamente tenuti dal 1962 al 1992 e riuniti col titolo generale di Problematiche, Jean Laplanche ha ripercorso mediante lo stesso metodo analitico il pensiero freudiano, per delinearne l’esigenza che lo muove, dettata dall’oggetto «inconscio» che ne orienta l’evoluzione.
«La sublimazione è un indizio di questa domanda irritante: vi è un destino non sessuale della pulsione sessuale, ma un destino che non sia dell’ordine del sintomo? Se esiste un tale destino della pulsione, che non dimentica le sue origini sessuali, questo va cercato in una sorta di intreccio, fin dall’origine, tra il non sessuale e questa fonte permanente del sessuale. Ed implica l’idea di una sorta di neocreazione ripetuta, continua, di energia sessuale, dunque una continua riapertura di un eccitamento anziché un incanalamento di energia preesistente.
«Questa derivazione della sublimazione mi sembra sia inseparabile dalla psicoanalisi stessa, se è vero che quest’ultima fa vacillare non soltanto la nostra concezione della sublimazione, ma la sublimazione stessa nel movimento culturale».
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