
Nel primo ventennio del Ventesimo secolo, l’idea di progresso, sorta con l’Illuminismo, comincia a traballare: la luce della tecnica che doveva illuminare e liberare l’uomo dalle superstizioni si rivela, invece, una luce capace solo di bruciare qualsiasi germoglio culturale. E' ormai evidente che l’unica a progredire è la tecnica, e l’accelerazione delle invenzioni e delle trovate industriali rende obsoleto qualsiasi pensiero che guarda all’eterno. Il Novecento ha interrotto la serie dei sogni della modernità con il sospetto che i desideri di un mondo migliore potessero nascondere un impulso totalitario. Di fronte al dilagare del Kulturpessimismus e dell’ottimismo militante della sinistra e della destra tedesche, Heidegger conserva il distacco del fenomenologo. Ma non indaga la speranza. Spera tuttavia che, riandando alla radice del pensiero occidentale, sia possibile un altro inizio i cui effetti potrebbero emergere tra molti anni e forse secoli. Un vivo sperare pulsa sempre, quindi, nelle ultime opere di Heidegger. è una speranza sottile, perché è leggera: esula dal tentativo di organizzare un mondo nuovo ma è una speranza che prepara piuttosto all’ascolto di un cambiamento che non possiamo gestire da soli con la nostra volontà. La speranza rimane essenzialmente impensata da Heidegger. Non-pensata, viene tenuta a bada, trattenuta, soffocata; tuttavia essa prende la mano ad Heidegger, nell’attesa di un altro inizio fa da padrone o meglio da eminenza grigia. Questa speranza sottile è l’argomento del presente lavoro.
Patrizia Cipolletta insegna Filosofia delle religioni presso la Facoltà di Lettere e Filosofia e Filosofia teoretica presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Roma III. Si è sempre interessata alle problematiche del pensiero di Heidegger e al tema della speranza in Bloch. Ha pubblicato recentemente: Il “resto” etico nella società tecnologica secondo Ernst Bloch (1991); Bloch und Heidegger. Die ungleichzeitige Begegnung beim Krug (2000); Il cammino di Heidegger nella differenza (2001); La tecnica e le cose (2001); I sogni di un altro inizio. Fra tecnica e l’inizio delle utopie (2004).