Guardare il teatro
Guardare il teatro
Per Francastel l’estetica deve riconoscere “la facoltà dell’uomo di informare ciò che lo circonda”. La capacità di plasmare il mondo, i modi e le forme con cui ciò avviene sono l’orizzonte di analisi dello storico dell’arte francese. Vengono discusse qui le modalità di visione e di creazione della forma figurativa: la sua natura è indagata alla luce del suo valore di testimonianza storica, inscindibile da quello plastico. Persuaso che l’uomo veda solo ciò che già conosce, Francastel affronta l’elemento documentario e quello figurativo come intrinsecamente legati l’uno all’altro all’interno dei processi di creazione: è un approccio che punta a sostituire all’analisi dei generi artistici quella dei gruppi umani nei quali è all’opera un vero e proprio “pensiero plastico”, nutrito dalla collaborazione tra la libera immaginazione e la concretezza materiale delle cose viste. Da questa collaborazione dipendono le “interferenze” positive tra le diverse modalità di rappresentazione della realtà, in modo particolare quella teatrale e pittorica. Queste ultime sono l’oggetto specifico dei diversi contributi qui riuniti: muovendosi tra Medioevo e Rinascimento italiano, Francastel dà ulteriormente prova della sua capacità di coniugare l’esemplificazione storica delle singole opere d’arte al significato antropologico della loro forma.
Pierre Francastel (Parigi 1900-1970) fu docente di storia dell’arte del Medioevo a Strasburgo. Durante la Seconda guerra mondiale partecipò alla resistenza. Negli anni immediatamente precedenti e successivi alla guerra pubblicò testi cruciali per la storiografia artistica francese: L’Impressionnisme (1937), L’humanisme roman (1942), Histoire de l’art: instrument de la propagande germanique (1945) e il suo capolavoro Peinture et société. Naissance et déstruction d’un espace plastique (1951), conosciuto in italiano come Lo spazio figurativo dal Rinascimento al Cubismo, e caposaldo della “sociologie des arts plastiques”. Seguiranno, in tale linea di ricerca, oltre a numerosi articoli e saggi, i volumi Art et technique (1956), La Réalité figurative. Eléments structurels de sociologie de l’art (1965), La Figure et le Lieu. L’ordre visuel du Quattrocento (1967).