Lo spazio figurativo dal Rinascimento al Cubismo
Profondamente convinto che la storia dell’arte non debba chiudersi ermeticamente nella bolla della pura forma, ma sia al contrario chiamata a dialogare con l’antropologia, l’etnologia, la sociologia, le scienze umane tutte e l’epistemologia, Francastel affronta nel presente studio la complessa questione della rappresentazione dello spazio nell’immagine figurativa, e in particolare quella sua obiettiva e razionale declinazione che si è creduto essere la prospettiva lineare rinascimentale. Ma questa, ben lungi dall’offrire una fedele resa dello spazio naturale, risulta una costruzione della spazialità condizionata dalle tecniche disponibili e da un determinato ordine sociale del mondo espresso da un altrettanto determinato momento storico. Non essendo “naturale”, tale costruzione ha una sua genesi storico-sociale, un suo sviluppo e un suo declino altrettanto condizionati, che vengono da Francastel comparati con altre, e altrettanto legittime, costruzioni spaziali (innanzitutto con l’Impressionismo e il Cubismo, quali cruciali stazioni della storia della spazialità occidentale). Al pregiudizio dell’unicità e fissità dello Spazio subentrano così spazi plurali, rivendicati quanto alla loro legittimità come, al contempo, “montaggi” estetici e strutture sociali, figure cioè della nostra sensibilità e della sua storia.
Pierre Francastel (Parigi 1900-1970), fu docente di storia dell’arte del Medioevo a Strasburgo. Durante la Seconda guerra mondiale partecipò alla resistenza. Negli anni immediatamente precedenti e successivi alla guerra pubblicò testi cruciali per la storiografia artistica francese: L’Impressionnisme (1937), L’humanisme roman (1942), Histoire de l’art: instrument de la propagande germanique (1945), e il suo capolavoro Peinture et société. Naissance et déstruction d’un espace plastique (1951), conosciuto in italiano come Lo spazio figurativo dal Rinascimento al Cubismo, e caposaldo della “sociologie des arts plastiques”. Seguiranno, in tale linea di ricerca, oltre a numerosi articoli e saggi, i volumi Art et technique (1956), La Réalité figurative. Eléments structurels de sociologie de l’art (1965), La Figure et le Lieu. L’ordre visuel du Quattrocento (1967).