Da Weimer a Francoforte
Adorno e la cultura musicale degli anni venti
Per troppo tempo Adorno è stato “il filosofo della musica”, leggibile solo in termini di estetica e di puro pensiero a partire da se stesso. Questo libro mette alla prova un approccio storico alternativo, dove l’attenzione va all’altra faccia dello specchio, al rovescio empirico e reale della filosofia. Il pensiero musicale di Adorno non è un’appendice alla “teoria critica”, ma una vocazione precoce che ha seguito le sue strade molto prima che una Scuola di Francoforte calcasse le scene. Si tratta allora di ricostruire il pedigree genuinamente musicale di una posizione, di tracciare i diagrammi delle forze in gioco, le ragioni concrete di una disputa a più voci che attraversò la Germania tra le due guerre. Misurando il nuovo spazio della critica consolidatosi nei primi anni venti, ripercorrendo le posizioni di poetica e teoria di musicisti come Schönberg, K¸enek, Hindemith, Stravinskij, soffermandosi ad approfondire problemi di storia sociale come la nascita della radio, la diffusione del jazz, l’imporsi di fenomeni di gusto e di costume come la “nuova oggettività”, il lavoro si propone di riportare in luce, documenti alla mano, quel vivo groviglio di sfide, tensioni, problemi e conflitti che fece della cultura di Weimar l’affascinante crogiolo che sappiamo, e che ebbe come uno dei suoi frutti più maturi il nascente pensiero musicale di Adorno. Di questo pensiero si è tentato di rievocare la preistoria: tutto un continente sommerso fatto di riviste, di pubblicistica, di memorialistica, di quotidianità è chiamato a infondere nuova vita in opere di intervento e di immediata attualità che un brillante destino filosofico ha più tardi finito per scorporare dal loro reale contesto. Soltanto allora sarà possibile tornare sui motivi più controversi della proposta critica adorniana – la polarità Schönberg-Stravinskij, la dottrina del “materiale musicale”, la questione dell’espressivo – forti di uno sguardo più equilibrato e più maturo.
Francesco Peri è nato a Brescia nel 1980. Ha studiato filosofia presso l’università di Pisa e la Scuola Normale Superiore, laureandosi sotto la guida di Remo Bodei. Attualmente è dottorando presso l’università di Lecce, dove si occupa del problema dell’espressione non verbale a partire da H. Plessner. Ha collaborato al volume a cura di A. Borsari Theodor W. Adorno, di prossima pubblicazione, e a riviste come «Iride», «Il Ponte», «Philosophischer Literaturanzeiger». Si interessa di teoria e storia della musicologia e di filosofia contemporanea. Ha in preparazione uno studio sulla critica musicale del “modernismo” tedesco (1890-1933).