I meccanismi dell’obbedienza e le tecniche della resistenza
Materiali per un laboratorio teatrale storico-psicologico
I meccanismi dell’obbedienza e le tecniche della resistenza
Materiali per un laboratorio teatrale storico-psicologico
Immaginate che... si siano riuniti (liberamente) una persona che dirige l’esperimento, un insegnante che deve leggere una successione di associazioni verbali e un allievo (una persona che funge da cavia), il quale deve ripetere la successione. Immaginate, poi, che a ogni risposta sbagliata l’allievo riceva una scossa di crescente intensità, e che la scala vada da 15 volt (scossa leggera) a 450 volt (scossa mortale). Immaginate che tra i 135 e i 150 volt l’allievo inizi a lamentarsi per poi rifiutarsi di continuare l’esperimento, ma che esso continui, a questo punto contro la sua volontà, visto che lo sperimentatore sostiene che i danni non sono permanenti, che l’esperimento deve continuare, che non c’è altra scelta. Immaginate che la scossa aumenti, e che a questo punto l’allievo, poiché le sue proteste e i suoi lamenti sono stati inutili, si rifiuti di rispondere, e che lo sperimentatore dica di considerare le risposte non date come se fossero errate, e che l’esperimento continui, nonostante l’allievo abbia ormai iniziato a rantolare (siamo ormai oltre i 300 volt). Immaginate, infine, che le scosse vengano inviate, in assenza di qualunque risposta, anche quando l’allievo potrebbe essere ormai deceduto (fino a 450 volt). A che cosa avreste assistito? A un esperimento sull’apprendimento che porta alla morte di una cavia umana? O alla versione standard di un esperimento sull’obbedienza all’autorità, nel quale l’unica vittima è l’insegnante che invia le scariche (e che in condizioni diverse sarebbe stato un assassino), mentre l’allievo è un ottimo attore (ed era già stabilito che sarebbe stato lui a fare da cavia, anche se si è finta un’estrazione a sorte)? E se l’esperimento di psicologia fosse invece la realtà della distruzione degli ebrei d’Europa?
Andrea Gilardoni, linguista, traduttore e insegnante liceale di storia e filosofia, è dottore di ricerca in filosofia presso la Friedrich-Schiller-Universität di Jena. Tra le sue pubblicazioni: Rapportanza als potentia potentiae. Zeit und Wille zur Macht. Variationen zu Heidegger und Nietzsche (Marburgo 2000); Concetto e fenomeno di tempo in «Magazzino di Filosofia» (Milano 2001); Potenziamenti immaginifici. Sperimentazioni filosofiche intorno a Eugen Fink (Milano 2001); Potere & dominio. Esercizi arendtiani (Milano 2005); Logica e argomentazione. Un prontuario (Milano 2005). Insieme a Karin Birge Büch è coautore di un Dizionario italiano-tedesco (Milano 2004).