Massimo Donà
Il mistero dell’esistere
Arte, verità e significanza nella riflessione teorica di René Magritte
Massimo Donà
Il mistero dell’esistere
Arte, verità e significanza nella riflessione teorica di René Magritte
“… queste immagini mi sembrano dominare le mie idee e i miei sentimenti, buoni o cattivi che siano. Esse li dominano veramente se rivelano il presente come un mistero assoluto”
René Magritte è belga; nasce nel 1898 e muore nel 1967. Incontra l’opera di De Chirico, ne rimane folgorato. Incontra il mondo, ne coglie il mistero essenziale. Si tratta di René Magritte; un grande artista, senz’altro, ma ciò che più interessa, in questo contesto, è che il ‘fare’ di Magritte sia propriamente quello di un pensatore rigoroso, che non avrebbe davvero potuto risolversi nell’afflato troppo esclusivamente libertario caratterizzante il ‘credo surrealista’. Un pittore che sulla tela cerca di testimoniare sempre e solamente il silenzio del mondo; ovvero, la sua nuda esistenza e la nostra corrispondente e perfetta, nonché altamente ‘rivelativa’, solitudine. Un intellettuale che si confronta da ‘grande’ con i grandi del Ventesimo secolo (importante in questo senso il suo dialogo “a distanza” con Merleau-Ponty). Una testimonianza, la sua, volta a sottolineare il valore altamente metafisico del fare artistico; della sua ‘necessità’, dell’urgenza di comporre un ordine finalmente in grado di evocare il ‘mistero’. Quello stesso che, agli occhi dell’intelletto, implica in primis la necessità di articolare il logos di un’altra negazione.