
Pensare senza balaustre, pensare da sé e pensare in modo allargato sono i tre paradigmi ermeneutici con cui ci si può addentare nel ricco e complesso pensiero di Hannah Arendt. Viviamo sulla terra al plurale, in mezzo alle cose e agli uomini: il nostro pensare quindi deve poter essere a più voci, prospettico, inquieto: perché questo si trova a casa propria, a suo agio proprio quando paradossalmente non è sostenuto dal pedale, dalla tonalità dominante, dagli yardsticks della cultura ufficiale. È l’invito a non farsi schiacciare dall’urgenza del reale, a non abbandonarsi acriticamente ai fatti, al Boden der Tatsachen, il più grande contributo di Hannah Arendt alla filosofia contemporanea.
Giorgio Rizzo è ricercatore di filosofia teoretica presso l’Università di Lecce. Ha studiato alla Ludwig Maximilians Universität di Monaco di Baviera e ha conseguito il titolo di dottore di ricerca con una tesi su Hannah Arendt all’università di Lecce. Gli interessi di studio abbracciano, a partire dal 2001, la fenomenologia e la filosofia del linguaggio. Da alcuni anni collabora con il dipartimento di filosofia della University of California Irvine (UCI). Tra le numerose pubblicazioni si segnala il saggio Lettura analitica della fenomenologia, Milella, Lecce 2005.