
Alchimia
Alchimia
Presentare al pubblico una raccolta di materiali di studio sull’alchimia occidentale, è, per sua stessa natura, un’operazione che può dar adito a più di una confusione. Materia nomade, erratica, dai contorni identitari incerti, è ancora oggi difficile dare una definizione dell’alchimia all’interno della storia culturale dell’occidente, definirne un territorio, una lingua. Terreno ibrido tra tecnica manipolatoria della materia e tensione soteriologica ad una rigenerazione microcosmica e macrocosmica, l’alchimia, con la sua natura anfibia, sfugge anche nella modernità, nonostante i molteplici tentativi ermeneutici epistemologici, storici, psicoanalitici, ad ogni tentativo di classificazione. Un altrove assoluto, una “scienza degli imponderabili” (secondo una nota definizione coniata da Elémire Zolla) in cui è assai complesso riconoscere radici e nozioni note, rassicuranti. Ci è parso un degno argomento per inaugurare la nostra nuova collana di studi sui rapporti tra l’uomo e il sacro.
Sommario:
-Massimo Marra, Qualche parola sull’alchimia, per cominciare
-Paolo Aldo Rossi, I Greci e il fondere (ché?): Physikà kai mystikà
-Paolo Mottana, Immaginazione alchemica e pedagogia
-Eric Humbertclaude, Su due aspetti dell’opera in versi di Federico Gualdi
-Andrea De Pascalis, L’Aureum Seculum Redivivum di Hinricus Madathanus
-Massimo Marra, di alcuni componimenti di materia alchemica in rima volgare dai fondi manoscritti della Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli
-Massimo Marra, Il Discorso sopra il Lapis Philosophorum del Signore Giovan Tomaso Cavazza