
Morris L. Ghezzi
Le ceneri del diritto
La dissoluzione dello Stato democratico in Italia
Lo Stato italiano, dall’unità ai giorni nostri, si è comportato nei confronti dei suoi cittadini prevalentemente più come un malfattore che come un rappresentante ed un tutore dei loro interessi e diritti. Tale situazione costringe chi ne analizza i vari aspetti storici, culturali, giuridici ed istituzionali a non parlarne altro che in senso negativo. Dall’insuperato conflitto medioevale tra Stato e Chiesa, tra laici e cattolici ad una sorta di continuità culturale e comportamentale autocratica del Regno d’Italia con la Prima e la Seconda Repubblica, attraverso il fascismo, lo Stato italiano ha costantemente manifestato un fermo disprezzo verso le leggi da lui stesso emanate e verso la partecipazione democratica dei cittadini alla vita della cosa pubblica. I suoi gruppi dirigenti si sono spesso appoggiati, per governare indisturbati, alla delinquenza organizzata ed il trasformismo politico, l’indifferenza ideale e l’arroganza di voler conservare il potere a qualsiasi prezzo sono costantemente stati i loro principali segni distintivi, sino al punto di rendere spontaneo il quesito se sia preferibile per il cittadino italiano la legalità statale o l’illegalità civile. La globalizzazione pare finalmente in grado di fare giustizia sommaria di tutti gli Stati e, quindi, anche di quello italiano; ma senza un fermo richiamo al pluralismo giuridico ed al relativismo dei valori il rimedio non rischia, forse, di essere peggiore del male?
Morris L. Ghezzi insegna Sociologia del Diritto e Sociologia del Lavoro presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Milano ed è avvocato iscritto presso il Foro di Milano. Presidente della Lega Internazionale per i Diritti dell’Uomo (Sez. Milano) e del Comitato scientifico dell’Associazione Italiana Avvocati d’Impresa, nonché consigliere della Società Umanitaria, è stato componente della Commissione ministeriale di studio per la riforma del processo civile e del Comitato scientifico dell’Osservatorio Permanente sulla Criminalità Organizzata (O.P.C.O.). Esperto di indagini sociologiche e demoscopiche ha ricoperto vari incarichi direttivi all’interno di istituti di ricerca pubblici e privati. Autore di numerose ricerche sul campo e di saggi sulla metodologia empirica di ricerca sociale, sul potere, sulla devianza e sull’uso del diritto come strumento di controllo sociale al servizio dei gruppi e degli individui dominanti, ha recentemente pubblicato uno studio sull’immagine pubblica della Magistratura italiana. Da diversi anni fa parte della redazione della rivista «Sociologia del Diritto».