
Gaia De Pascale
Qui non si canta al modo delle rane
La città nelle poetiche futuriste
All’inizio del XX secolo lo spazio urbano subisce una vera e propria rivoluzione. Questo testo si propone di analizzare i legami tra tali stravolgimenti e la prima delle avanguardie europee: il futurismo. A partire dal 1909, la scrittura diventa consustanziale allo spazio urbano, trasformandosi in quella che fu definita una “cosa stradale”: la sintassi, la tipografia, i contenuti, gli espedienti retorici e linguistici. Tutto deriva dalla città e alla città ritorna, creando una spaccatura irreversibile con il passato. Se molti sono gli studi sul rapporto futurismo/metropoli dal punto di vista delle arti visive, Qui non si canta al modo delle rane, nel centenario della nascita del futurismo, si concentra (cosa assolutamente nuova) sul versante prettamente letterario della questione. Ma l’arte, l’urbanistica, l’architettura, la sociologia e la storia non possono stare fuori da un discorso su un’epoca controversa e straordinaria che ha eliminato qualsiasi diaframma tra arte e arte, e per sempre.
Gaia De Pascale (Genova 1975) è dottore di ricerca in Analisi e interpretazione dei testi italiani e romanzi. Studiosa di letteratura e antropologia, è autrice dei volumi: Scrittori in viaggio. Narratori e poeti italiani del Novecento in giro per il mondo, Torino 2001; Slow Travel. Alla ricerca del lusso di perdere tempo, Milano 2008; Wu Ming. Non soltanto una band di scrittori, Genova 2009.