
Jung e Rorschach
Jung e Rorschach
Il “test di Rorschach” la cui validità, in ambito psicologico, è ampiamente comprovata, ottiene di solito una valutazione statistica o psicodinamica. Sia nell’uno che nell’altro caso, si rischia però di incorrere in una visione dicotomica e deterministica che rischia di limitare le più ampie connessioni che l’utilizzo del test, opportunamente analizzato, potrebbe valorizzare. McCully è stato il precursore nell’applicazione del Rorschach in chiave simbolica, l’originalità del suo approccio consiste nell’aver sottolineato la relazione, il riprodursi di elementi simbolici riscontrabili nell’ambito dell’archeologia. Infatti il suo interesse, consimile a quello di Jung, si è rivolto principalmente verso il mondo e l’elaborazione del pensiero schizofrenico. Molti sono i casi rivisitati nel saggio che propongono le risposte dei pazienti sottoposti al test. Una delle affascinanti ipotesi di McCully indica come le macchie di Rorschach possano essere intese come stimoli atti a rievocare e a esprimere costellazioni di archetipi che, raggiunti dall’energia mentale, si traducono in simboli forgianti e regolant la vita interiore. Una simile eventualità, secondo l’autore, si è verificata anche nel contesto psichico degli uomini primitivi. L’amore per l’arte e soprattutto per le vestigia preistoriche, come testimonia ampiamente il suo lavoro, hanno poi completato l’orizzonte in cui l’opera ha teso a collocarsi. McCully ha inoltre interpretato in modo esemplare le parole profetiche di Rorschach, che in una sua opera scriveva: “Queste immagini di ‘Ade’ tutte nere e funeree si sono generate da se stesse, senza la mia volontà, con mio terrore, unicamente, da macchie d’inchiostro”.
Robert S. McCully è docente di psicologia presso il dipartimento della facoltà di medicina dell’Università di Charleston nel Sud Carolina (U.S.A.); studioso di orientamento junghiano, è autore di numerose pubblicazioni nel campo della psicologia clinica e della psicodiagnostica. Il suo interesse per le origini e la formazione dei simboli lo ha condotto allo studio dell’arte preistorica e della paleo-antropologia. Oltre al presente lavoro, la sua opera più nota è A Commentary of Adolf Eichmann’s Rorschach, 1980.