In apertura del suo lavoro sul cinema, Deleuze ha descritto come esso aspiri a porsi come una "tassonomia, tentativo di classificazione delel immagini e dei segni". Ciò costituisce la base di aprtenza di Immagine-desiderio, che articola una ricerca sulla potenza controversa dell’immagine da Spinoza a Virilio. Il motivo-guida di questo studio è così riassumibile: se il mondo moderno è caratterizzato anche dalla traduzione sempre più "accelerata" della natura in artificio, allora l’anima informazionale di questo processo può essere sondata attraverso una ricostruzione dei percorsi di trasformazione/metamorfosi dell’immagine, a aprtire dalal sua prima versione "classica" (riassumibile nel fatto che ciò che importa sta dietro ad essa) che ci appare oggi, nel tempo delle nuove immagini elettroniche e videografiche, sempre più lontana. Da quest’ultima convinzione si origina una riflessione sulle molteplici versioni della potenza dell’immagine, che aspira a evidenziare le valenze anche etico-politiche in opposizione ai ricorrenti tentativi di dissipare la portata, i sensi e i significati.
Ubaldo Fadini insegna alla Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Firenze. Tra i suoi libri: Il corpo imprevisto. Filosofia, antropologia e tecnica in Arnold Gehlen, Milano 1988 e Configurazioni antropologiche. Esperienze e metamorfosi della soggettività moderna, Napoli 1991, Deleuze plurale. Per un pensiero nomade, Bologna 1998, Principio metamorfosi. Verso un’antropologia dell’artificiale, Milano 1999.
Giammario Pascucci, architetto, è direttore dell’Azienda terrotoriale per l’edilizia residenziale della Provincia di Prato. Si occupa dei temi della programmazione e gestione del terrotorio e più in generale dei temi concernenti la fenomenologia urbana. Contribuisce anche, con saggi critici, recensioni e schede di lettura, alle riviste filosofiche "Millepiani", "aut aut", "Fenomenologia e Società" e "Iride".