
Andrea Marchesi
Le fabbriche dell'anima
Dai cancelli sempre più virtuali delle imprese postfordiste è possibile scorgere il profilo di un nuovo tipo umano che prende forma attraverso l'assolutizzazione del suo essere produttivo: questo è l'esito dell'incursione di uno sguardo pedagogico nei processi di ristrutturazione sociale, tecnica e cognitiva che caratterizzano l'organizzazione del lavoro industriale comtemporaneo. Si tratta di uno sguardo orientato da un'ostinazione materialistica, che assegna al termine 'formazione' una vocazione antropogenetica irrimediabilmente collusa al modo di produzione ma che, al tempo stesso, intende congedare i territori del determinismo economico lungo i quali si sono troppe volte incagliati i rapporti tra pedagogia e marxismo. Nella società post-industriale della celebrata fine del lavoro, questo testo propone di leggere l'impresa come scenario di una trama pedagogica rintracciabile nel nuovo setting lavorativo, nella cadenza del just in time, nella disposizione del layout, nelle pratiche di integrazione tra macchin e attività umana. In questa direzione, il copione organizzativo disegnato dal Sistema Toyota, ancor prima di delineare un modello gestionale più o meno praticabile dalle aziende occidentali, è assunto come una macchina teatrale che mette in scena un individuo integralmente occupato dall'attività produttiva, un'anima al lavoro. Il vecchio motto "lavorando s'impara" è radicalizzato dalle attuali pratiche di assemblaggio di merci ad altro valore aggiunto che richiedono l'impiego esaustivo della soggettività umana. Lavorando gli individui apprendono una modalità di essere al mondo e, sollecitati ad invitare l'anima sul posto di lavoro per produrre meglio, inscrivono la loro identità nell'orizzonte simbolico e materiale delimitato dall'impresa: è in questo cortocircuito che si rivela un'inedita condensazione tra organizzazione del lavoro e dispositivo pedagogico.
Andrea Marchesi, consulente pedagogico, si occupa della progettazione di interventi educativi rivolti a minori e adolescenti e della formazione di insegnanti ed educatori. Collabora al percorso di fondazione di una pedagogia della resistenza avviato da Raffaele Mantegazza. Ha ppubblicato articoli e saggi sulle pratiche formative nei luoghi di aggregazione giovanile, tra cui "Il c.a.g. nel tempo del nomadismo giovanile" per la rivista Animazione Sociale e "Isole da attraversare" in I Giovani Adulti, A.M. Mariani (a cura di), Milano.