
Gianni Vacchelli
Non avrai altro idolo all’infuori di me
50 appunti per un “esodo” dalla biocrazia capitalista
Gianni Vacchelli
Non avrai altro idolo all’infuori di me
50 appunti per un “esodo” dalla biocrazia capitalista
Tutto cambia dopo il Covid, ma non l’idolo-capitalismo. O meglio: ce lo teniamo e continuiamo ad “adorarlo” o a subirlo in una sua nuova variante. Il titolo del libello – che prosegue l’indagine iniziata con L’inconscio è il mondo là fuori – riecheggia e parodizza un noto versetto biblico: Non avrai altro Dio all’infuori di me (Es 20, 3). Lì si vuole significare il primato dell’inquantificabile, dell’invisibile, dell’incapitalizzabile, qui il senso è capovolto e invertito: “Non adorerai se non me che sono un idolo”, “Non avrai altro capitale all’infuori di me”, “io che non sono dio mi faccio dio, il tuo dio, e tu mi adori e mi adorerai per sempre per sempre per sempre”. Mentre il divino, il Mistero, la Vita (o quale sia il suo nome) è nel segno del dono, dell’abbondanza e dell’amore, l’idolo sta in quello della scarsità, del ricatto e della seduzione, travestiti da merito, da promozione e successo. Di fronte all’infuriare del «capitalocene», che è un regno della morte, un «thanatocene», l’intelligenza della vita dentro e fuori di noi ci chiama a un risveglio, a una nuova radicale mutazione, a un passaggio profondamente trasformativo. A un nuovo “esodo”, perché «dove c’è pericolo, cresce anche ciò che salva», ci sussurra il grande Holderlin.
Il punto (Teleambiente), 14/10/2023
Gianni Vacchelli: Non avrai altro idolo all'infuori di me
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Carmilla, 10/10/2023
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